martedì 16 agosto 2011

Il mio mondo attuale, in Italia


Marco: parlami ora del tuo “mondo italiano”, dei tuoi interessi….

Jocelyn: il mio mondo attuale è così composto:

·        il lavoro, di cui ho parlato prima;
·        la famiglia con la quale mantengo un rapporto quasi giornaliero, sfruttando l’occasione che mi dà l’abbonamento a Wind. Ovviamente ho fatto avere alla mia famiglia un altrettanto telefonino.
·        mi chiedi del mio rapporto con la religione. Ti ho detto prima che al mio paese frequentavo ogni domenica la chiesa, qui in Italia la mia conoscenza con le chiese frequentate dai neri come me, mi ha fatto venire dei forti dubbi. A partire dal fatto che i pastori dovrebbero aver frequentato determinate scuole. Qui invece capita che qualcuno di questi “pastori” ha alle spalle delle vicende di spaccio di droga, o hanno avuto più di qualche ragazza che lavorava per loro e poi scopri che diventano “pastori”! “Dio mi ha chiamato!” ti dicono. “Ma quale Dio?”.
·        e così una volta che vado in chiesa mi viene da pensare che sia tutto un business. Come quando in qualche chiesa il “pastore” ti dice: “oggi per le offerte, non mettete moneta, ma biglietti da cinque o dieci €”!. Io sono cristiana e sto cercando una chiesa che sappia “commuovermi”.
·        Pensa i “pastori” non vanno a lavorare, mentre per i giorni e gli orari delle funzioni potrebbero benissimo farlo. Mi pare che Dio non sia d’accordo con queste pratiche;

Marco: se è per questo, neanche i preti cattolici italiani, non lavorano… ma ora dimmi, quali sono le differenze maggiori tra la tradizione africana e gli usi e costumi dei bianchi, degli italiani..

Jocelyn: non so molto su queste cose perché tra l’altro sono venuta via che ero molto giovane dall’Africa. Mi pare che un aspetto sia sul cibo. Noi lo mangiamo con molto peperoncino, perché fa bene al sangue. E inoltre mangiamo tutto con le mani. Perché con le mani il cibo ha più gusto!
Un’altra differenza è sul modo di vestire. Però bada bene, si vede solo nelle occasioni importanti: alla domenica in chiesa, alle feste, in occasione della morte di qualche congiunto. Per il resto vestiamo come voi.
La grande differenza io la trovo invece nei comportamenti quotidiani. Noi africani siamo ancora dei bambini: ci piace scherzare, ridere, giocare e a qualunque età. Se tu conoscessi mia madre, è una che ancora gioca. A mio padre piaceva fare la lotta con me. Mentre tra voi bianchi, tra voi italiani c’è troppo serietà, siete troppo “rigidi”. Troppo attenti alla forma. Ma giocate un po’! Sporcate magari un po’ la casa. Tanto dopo la si può pulire.

Marco: ma dimmi, quali sono le “qualità” che tu apprezzi tra i bianchi, tra gli italiani…

Jocelyn: apprezzo la vostra attitudine al lavoro, all’ordine, alle cose ben fatte. Anche se devo dire che vi viene bene. A differenza di noi africani che facciamo quasi tutto con le mani, voi in quasi tutte le vostre attività vi fate dare una mano dalle macchine..

Marco: andiamo avanti, i film africani. Cosa ci trovi in quelle noiose telenovela…

Jocelyn: io personalmente non credo di essere così impallinata per i film africani. Sono sempre la stessa minestra. Molti mi annoiano. Mi piacciono i film americani, questo sì. Molto di più dei film italiani. Gli americani fanno i film senza risparmio, mentre voi italiani siete un po’ tirchi. Ed è evidente che non mi piacciono i film vecchi, degli anni ’80, per non dire quelli degli anni ’60 e ’70.

Marco: quando mi capita di venire a trovarti a casa, vedo sempre la televisione accesa e cosa vedi tu: un po’ le news, poi “C’è posta per te, Il grande fratello, Amici”, ecc. tutte trasmissioni che io abitualmente non vedo mai. Cos’è che ci trovi…

Jocelyn: a me piacciono molto. Per esempio “C’è posta per te”. In alcune puntate mi sono persino commossa e non mi dire che non interessano gli italiani. Io li sento commentare la trasmissione al mercato, sui pullman… così come mi piace assistere a “Scherzi a parte”, o alle “Iene”. Credo di essere una ragazza molto curiosa e mi pare di aver capito che seguendo quelle trasmissioni posso capire più da vicino i vostri usi, il vostro modo di vivere.
       Comunque, a differenza di altre ragazze africane che per motivi legati ai soldi sono “costrette” a vivere in coppia con altre ragazze, io quasi sempre ho vissuto in compagnia, però con ragazzi africani della mia età.
Essendo africana mi piace la musica, mi piace un sacco andare a ballare in discoteca e abitualmente frequento il Miami in C.so Potenza. È un locale gestito da africani per africani. Mi piace esibirmi con i miei vestiti ricercati (ne ho un sacco, molti dei quali acquistati in qualche boutique). Forse in questo c’è la ricerca di soddisfare un certo mio esibizionismo. Sono giovane, ho 24 anni. Che male c’è.
Ed essendo particolarmente fortunata frequento abitualmente (almeno due volte la settimana) le sale gioco del Bingo in Via Monterosa. Non ho mai fatto i conti di quanto lascio e quanto vinco, però sono convinta di essere in attivo…
Questo è il mio mondo che per fortuna mia è alquanto diverso da quello di una serie di ragazze che sono venute dal mio paese e specie quelle arrivate per ultime.
Penso io che non sia più vero che vengono in Italia e in Europa senza sapere cosa vengono a fare. Ricordo quando ero in Nigeria l’ultimo anno di scuola venne un signore con una ragazza a raccontare la vita che le ragazze di colore facevano in Italia e in Spagna;
Mi pare di aver capito che per molte c’è una responsabilità persino della famiglia nel farle partire alla ricerca dei famosi “soldi facili” che facili non sono per niente;
Come arrivano, dopo alcuni giorni o al massimo dopo una settimana, sono già per la strada e fortunate coloro le quali hanno la ventura di venire nei mesi estivi. Per una africana i mesi invernali sono una autentica mazzata. Non si è per niente preparate. E meno male che c’è sempre “l’amica che ti svezza”. Per non dire la paura per la polizia, per i carabinieri, e un eccetera molto lungo;
            Per mesi e mesi cosa conosce una di queste ragazze? Conosce ovviamente la casa dove abita (nei casi peggiori con la magnaccia), la fermata del pullman che la porta al lavoro, ovvero la stazione di Porta Susa o Porta Nuova, il mercato di Porta Palazzo e poco altro. Per dire, non conosce Via Garibaldi o Via Roma che da Porta Palazzo distano 10 minuti a piedi… pensa un pò te.

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