lunedì 15 agosto 2011

In Africa


Marco: parlami un po’ di te, della tua famiglia…

Jocelyn: mi chiamo Jocelyn, ho 24 anni, sono la settima di 9 tra sorelle (8 compresa io) e un fratello. L’età delle mie sorelle va dai 18 ai 37 anni. Sono nata a Benin City nello stato di Edo State nel sud della Nigeria da Hellen mia madre e da Enaiho mio padre.
Quattro anni fa, mentre io ero già in Italia, è morta mia sorella Evelyn. Mio papà e mia mamma sono arrivati da un villaggio a circa una ora e mezza di macchina da Benin City, che si chiama Ewohimi che ho visitato una o due volte quando ero bambina. Mio padre faceva il poliziotto. È in pensione da 3 anni, mia madre fa la sarta. Siamo di etnia Ishan.
Tutti i figli, grazie soprattutto a mia madre, abbiamo frequentato le scuole, la primaria e la secondaria, sono tra tutte e due 12 anni di scuola, 4 di queste mie sorelle hanno frequentato l’Università.
Quasi tutte le mie sorelle lavorano. La prima sorella ha un allevamento di galline, la seconda insegna a scuola in quanto ha il diploma da maestra, la terza che ha appena finito l’Università è disoccupata. La quarta ha un laboratorio da sarta (ha imparato ovviamente da mia madre), la quinta, quella che è mancata qualche anno fa aveva un figlio che adesso ha 7 anni e l’abbiamo preso noi nella nostra famiglia, adesso studia, è molto intelligente ed è molto bello. Questa sorella aveva un laboratorio da parrucchiera. La sesta si è appena sposata e fa la casalinga, poi ci sono io e questa è la mia storia, l’ottavo è mio fratello, il quale attualmente non lavora e ha la ragazza incinta. Ma dimmi te, come faranno a mantenere il bambino?
Poi c’è l’ultima sorella di 19 anni che attualmente frequenta l’Università (e questo per i soldi che io mando giù).

Marco: quali sono tra i tuoi familiari i tuoi preferiti…

Jocelyn: non credo di avere delle particolari preferenze… siamo una famiglia molto unita, dove non corrono segreti, quando uno ha un problema se ne discute insieme per trovare la soluzione migliore, ovvero…. se proprio devo dire la mia preferita è la sorella con il negozio di sarta.

Marco: ma tra tuo papà e tua mamma…

Jocelyn: ah… mia mamma senz’altro, perché ha fatto di tutto per mandarci a scuola. Mio padre è un uomo molto tirchio, dal suo portafoglio non escono mai soldi. Senza mia madre, il suo lavoro da sarta, i suoi sacrifici noi figli non avremmo avuto la possibilità di andare a scuola, garantito. Preferisco di gran lunga mia mamma. La mamma è sempre la mamma.
        Pensa che siccome il figlio maschio non arrivava ha continuato a fare figli. Quel tanto che la famiglia di mio padre si era messo di mezzo per fare in modo che mio papà abbandonasse mia madre. Cosa che invece mio padre non fece.
Mia madre piangeva sempre, perché non riusciva ad avere il figlio maschio. Un giorno vennero a casa nostra in compagnia di una donna giovane, chiedendo a mia madre di andarsene, al che mio padre impugnò un machete e li cacciò di casa dicendo che lui era felice con mia madre.
Ad un certo punto, dopo aver cambiato casa, mia madre ebbe un grosso cambiamento. Non frequentava più la nostra chiesa. Aveva conosciuto una donna che praticava i voodoo, la quale gli aveva detto che con questa pratica lei avrebbe potuto avere tanti figli maschi.
Finalmente ad un certo punto il maschio arrivò. Dopo di me, e mia madre era felicissima.

Marco: ma tu credevi nel voodoo?…

Jocelyn: io non ci credo più. Considero quelle pratiche del tutto negative, anche se vedo che parecchi in Africa ci credono e lo praticano in diverse forme. Mia madre aveva fatto allestire una piccola camera in casa nostra dove teneva tutti gli amuleti. In famiglia salvo il mio fratello più piccolo nessuno di noi ci crede, compreso mio padre. Per esempio, mia sorella ha fatto due figlie e suo marito è contento e non vuole più avere altri figli. Così va bene e a me piace.

Marco: come avvengono i matrimoni..

Jocelyn: al periodo di mio padre e di mia madre i matrimoni erano del tutto combinati tra le famiglie, specie nel caso di diversa età tra la donna e l’uomo. Attualmente grosso modo è come qui da voi. C’è un periodo di fidanzamento, poi ci si presenta nella casa della famiglia per il fidanzamento ufficiale. Dopo di che sono le famiglie che decidono la data del matrimonio, sia quello civile che quello tradizionale. Le famiglie concorrono alle spese del matrimonio. Tra gli Ibo invece c’è l’usanza di “vendere” la propria figlia.

Marco: di che religione siete…

Jocelyn: siamo di religione cristiana (pentecostali) – ogni domenica tutti in chiesa e quando si mangia nell’unico piatto preparato per tutta la famiglia, prima si deve pregare per ringraziare Dio.

Marco: cosa significano quei segni che hai sulla faccia e sul corpo?…

Jocelyn: ha a che fare con la mia giovinezza. Quasi a tutti vengono fatti quei segni. Primo perché è un modo tradizionale di farti avere delle medicine che vengono prese nella foresta tra gli alberi, secondo perché è un segno di riconoscimento.

Marco: qual è il tuo nome in africano…

Jocelyn: io ho due nomi, il primo Emaiho che significa: “non ero lì, dove hanno fatto del male” e il secondo Emairo che significa: “non so cosa è successo, non ero lì, non sono una ficcanaso”.

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